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Tennis: il tributo ai 60 anni di un grande Maestro, Gipo Arbino

Creato il 06 marzo 2015 da Sportduepuntozero

tennis - Gipo ArbinoAttesa di oltre 200 persone, al Circolo Ufficiali di Corso Vinzaglio 6 a Torino, ieri sera, per l’arrivo di una presenza inedita se si considera il luogo, ovvero un maestro di tennis. Non uno qualunque, però, bensì il Maestro da tutti riconosciuto quale capofila di una categoria che determina il destino agonistico dei nostri giovani aspiranti campioni. Lui, Gipo Arbino, ne ha portati molti in oltre 30 anni di carriera ad esprimere il massimo del proprio potenziale. Alcuni sono entrati nelle sfere del tennis internazionale, basti pensare ad Alberto Giraudo, Stefania Chieppa, Silvia Disderi, Antonio Gramaglia, oggi Lorenzo Sonego. Altri tra i 2.a categoria, altri ancora “solo” tra i terza. Ieri molti di loro e non solo lo hanno atteso per oltre un’ora al fine di tributargli onori e gloria, come si usava fare con i comandanti nell’antica Roma al ritorno da battaglie vincenti, in occasione dei suoi 60 anni. Una festa a sorpresa perfettamente preparata dalla sua fidanzata di oggi, Nunzia, e perfettamente riuscita. Taluni, Carlo Bucciero in testa, avevano scommesso che Gipo Arbino si sarebbe commosso e così è stato. Non l’ha fatto subito ma quando alcuni dei suoi allievi hanno dato contributi personali al momento ricordando aneddoti e salutandolo con pensieri speciali.

E’ stato il caso di Lorenzo Sonego, giocatore che è entrato nei top 800 Atp e solo lo scorso anno in questo periodo vedeva il tennis internazionale esclusivamente in televisione: “Ti devo molto – ha dichiarato convinto – perché solo tu hai creduto in me anche quando giocavo male (l’esternazione del giocatore in realtà è stata più colorita n.d.r.). Un grande grazie”. Lo stesso ricevuto da Alberto Giraudo, talento torinese che per anni Arbino ha tenuto sotto le proprie ali e capace di vincere in carriera due futures nonché esprimere un gioco di gran livello, quello che lo ha fatto entrare nei migliori 500 giocatori del mondo. “Un maestro a mio parere deve essere un educatore – ha detto Annamaria Procacci, altra tennista cresciuta dal Maestro – trasmettere valori e principi. Tu l’hai fatto seguendo la mia crescita, di tennista e giovane donna. Grazie. Sei e sarai sempre un punto di riferimento per la sottoscritta anche se i nostri destini sportivi si sono separati”.

“Ricordo i tuoi rimproveri – le ha fatto eco Drousille Dzebou -, i tuoi incitamenti, le tue ansie per un mio viaggio a Venezia che sembrava non avere mai fine. Le tue oltre 40 telefonate assillanti per sapere se stavo bene o mi ero persa. Grazie per essere il mio maestro”. Lontano per motivi professionali (in Crozia ad accompagnare i suoi giocatori) anche Antonio Gramaglia ha voluto essere presente con una lettera: “Grazie ai tuoi insegnamenti ho raggiunto il massimo del mio tennis. Ora spero che tu vada a prenderti con Lorenzo (Sonego n.d.r.) ciò che ti meriti e riesca a concretizzare il sogno di portare un giocatore tra i migliori 100 della classifica mondiale”.”Io sono qui per caso – ha sottolineato il Presidente FIT Piemonte, Pierangelo Frigerio – tu sei la storia del tennis piemontese”. “Abbiamo fatto un bel percorso insieme – ha detto Carlo Bucciero – e ancora ricordo quando io capivo poco di tennis e facevamo colazione insieme. Mi parlavi di back, colpi arrotati e io ascoltavo. Bei momenti. Meriti questi onori perché hai dato molto al tennis piemontese e non solo”.

“Pazzesco vedervi tutti qui – ha esordito Arbino – per una serata piena di emozioni. Interpreto i miei 60 anni come un 6-0 tennistico. Mi piace vincere e ho ancora molta voglia di insegnare. Se penso a quello che avete fatto questa sera per me le motivazioni salgono ancora di più. Un momento toccante per le vostre testimonianze  di affetto e stima che mi hanno commosso….serata a rischio d’infarto per questo motivo. Spero di superarla!”. Tra i presenti anche suoi ex allievi arrivati da lontano, come Vecchierelli, da Avellino, Gozzi, da Trento, Rizzo da Lugano: “Un’ulteriore testimonianza di affetto nei miei confronti che apprezzo molto – ha detto il Maestro – come tutte quelle che mi avete dato”.

L’accoglienza, per lui e Nunzia, era stata di tutti gli intervenuti con tanto di bandana (uno dei suoi simboli) indossata in testa e racchetta in mano da parte dei suoi allievi a formare due ali di folla nel corridoio centrale del Circolo Ufficiali. Poi tutti nel salone a degustare. Prima, durante e dopo, gli interventi già raccontati e la conduzione sul palco di Broggini, uno dei suoi rivali di gioventù. Non sono mancati gli interventi esterni, come quello di Franco Brino, altro suo antagonista di campo, in viva voce telefonica da Mentone dove è impegnato in un torneo Master. Non è capitato a molti di riunire sotto un’unica bandiera, quella del tennis e dello sport, inteso da sempre come trasmissione di valori e passione, ancor prima che di tecnica, così tante persone, tre generazioni di giocatori, maestri istruttori, dirigenti. Anche per questo il Maestro merita doppio plauso. L’ovazione, invece, per le doti canore (è stato professionista di settore in una sorta di precedente vita che lo ha condotto anche alla Scala di Milano) dimostrate nel corso della serata. Per il tema “buon sangue non mente” le stesse doti sono state esternate dalla figlia, che ha cantato note di genere differente. E da oggi si torna in campo per stupire ancora. Grazie Maestro.


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